mercoledì 19 settembre 2007

Illusione, immaginazione, sogno.

ricerca curata dal prof. Roberto Crosio

Il tema dell’illusione si apre nella letteratura italiana con l’opera di Foscolo.
Esso si applica all’amore, alla bellezza , ( come ideale quasi divino ed immortale, come idea  che va al di là del tempo ), alla poesia ( illusione positiva di celebrare le grandi gesta degli uomini ), al sepolcro ( come idea della continuità tra vivi e defunti  che rende immortale il ricordo delle nobili imprese - tombe dei grandi a Firenze, Troia e tomba di Ettore).
Per Foscolo illusione non è sinonimo di falsa verità, di utopia irrealizzabile, di fantasticheria vuota….ma è fiducia negli ideali più alti, è speranza, tensione, quasi sicurezza di proiettare tali ideali ( libertà, patria, virtù, onore, fama di sé….) nel futuro con la speranza che saranno di nuovo compresi, condivisi e recuperati da altri uomini.  La memoria recupera il passato e celebra il suo valore ideale
Nella visione della realtà di Manzoni il termine illusione non assume un significato preciso e concreto < tanto è vero che l’autore non lo usa nelle sue opere più famose>. Per lui è semmai illusione il mito come falsa realtà, a cui si contrappone la fede religiosa e la speranza dell’aldilà cristiano, l’abbandono alla volontà di Dio che solo può realizzare la vera vita dell’uomo.
In Leopardi il termine si lega forse all’idea di vago ed indefinito ( L’infinito ) e si configura come un tentativo di sottrarsi alle leggi materialistiche della natura.  Ma l’illusione manca di continuità e anche gli antichi non potevano a lungo nutrire la loro poesia di immaginazione ( la parola compare non a caso per la prima volta accanto al concetto di illusione ). La legge materialistica della natura matrigna ( di dolore e sofferenza per l’uomo  sulla terra ) e l’assenza di una fede religiosa, rendono inoperante, vuota ogni forma di illusione in Leopardi. Il suo è un pessimismo che segna ogni essere < pessimismo cosmico >.
In Leopardi anche il piacere è illusione negativa, fragile, momentanea e instabile; ogni piacere è figlio d’affanno < Quiete dopo la tempesta > e consiste in un’interruzione breve del dolore. La poesia A Silvia forse rappresenta meglio di ogni altra il fuggire inesorabile delle illusioni. Con la maturità e la morte di Silvia appare in tutta la sua concretezza la realtà di dolore che contraddistingue la vita umana.
Il termine illusione dopo l’età romantica diventa meno frequente e viene sostituito dal termine immaginazione dal Decadentismo in poi..
Immaginazione è la serena meraviglia del Fanciullino di Pascoli che coglie misteriose voci nella natura: esse sfuggono alla comune sensibilità dell’uomo, ma vengono colte dall’acuta sensibilità del poeta.
L’imaginifico Stelio Effrena, il protagonista del Fuoco di D’Annunzio dà vita alla sua irrefrenabile genialità artistica , creatrice continua di immagini di bellezza ( estetismo ).
L’immaginazione senza fili dei Futuristi è invece la celebrazione della fertilità inventiva che individua continue analogie tra i dati della realtà. L’immaginazione dei Futuristi produce le parole in libertà in una continua tensione creativa, che accoppia ad ogni elemento della realtà il suo doppio.
Per immaginazione senza fili, io intendo la libertà assoluta delle immagini o analogie, espresse con parole slegate e senza fili conduttori sintattici e senza alcuna punteggiatura.
 L’analogia non è altro che l’amore profondo che collega le cose distanti, apparentemente diverse ed ostili
L’impossibilità di vivere positivamente l’illusione del ricordo ( con la memoria, il recupero del passato, la sua celebrazione positiva ) riaffiora nella poesia pessimistica di Montale.
L’illusione manca ....ci dice ne I limoni, dopo aver verificato l’impossibilità di recuperare il ricordo intenso del profumo dei limoni ( pienezza di vita ) in una piovosa giornata.
Ne La casa dei doganieri < Le occasioni > emerge l’impossibilità di rivivere il passato. La memoria si sfalda progressivamente con il tempo. I correlativi oggettivi ( banderuola al vento, frangente che ripullula…) richiamano l’occasione mancata di rivivere nel ricordo i momenti felici del passato. Troppo devastante è la forza del tempo che incalza.
  Limpida meraviglia.., limpido stupore.., delirante fermento diventano per Ungaretti le sensazioni preziose che dà la poesia al fronte, in mezzo alla violenza della guerra. Egli miracolosamente si sente una docile fibra dell’universo. Qui l’illusione è percezione positiva dell’armonia dell’uomo con la natura ( vedi il confronto con Foscolo, il bacio di Teresa ), scoperta della comune umanità che lega tutti gli esseri al di là della distruttività degli eventi.
 

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