lunedì 11 febbraio 2008

La nascita della filosofia postmoderna dallo spirito dell'arte moderna

RICERCHE A CURA DI D. PICCHIOTTI

L'arte come sfera modello 
Mentre il pensiero aistetico da un lato oltrepassa l'arte, al suo interno l'esperienza dell'arte ottiene un significato specifico a proposito del comprendere la realtà contemporanea - che è al centro dei tentativi generali di tale pensiero. L'arte può dunque servire come sfera modello per la pluralità - ad ogni modo, questa è la prospettiva che in conclusione vorrei sviluppare. 
Oggi, il pensiero orientato dalla realtà deve cogliere essa come caratterizzata dalla pluralità in un modo più radicale di quanto abbiamo mai fatto e più legittimo di quanto finora conosciuto. Un pensiero aistetico ispirato dall'esperienza dell'arte è perciò qui particolarmente adatto; poiché l'arte è una sfera esemplare della pluralità. Essa possiede infatti la struttura della pluralità tanto nel particolare quanto nell'intero e a partire da essa si può leggere più distintamente la serie degli elementi di una costituzione plurale e fondamentale, elencandola più chiaramente che altrove. In arte è possibile far comprendere a tutti che uno specifico sensorio è necessario a ogni rispettivo approccio e alla sua logica di intenzione, che niente potrebbe essere più sbagliato - cioè, cavilloso e filisteo - del giudicare tutti gli approcci con un'unica misura e un'unico insieme di criteri. È contro questo errore elementare in una situazione di pluralità, questo semplice inizio del terrore il cui risultato (end) può assumere proporzioni incommensurabili, che l'esperienza dell'arte è in grado di essere efficace in un modo critico e illuminante. 
Se oggi sta diventando sempre più chiaro che ogni gioco di linguaggio, ogni forma di vita e ogni concetto di conoscenza è specifico e particolare, allora l'esperienza dell'arte - sto modificando una frase di Adorno - ci parla di questa condizione e offre un terreno di esercizio alla situazione attuale e agli obblighi che essa impone. L'arte ha - contrariamente all'affermazione di Hegel sulla sua appartenenza al passato - ottenuto nuovo significato, ci ha fornito l'esperienza della nostra costituzione fondamentale - quella della pluralità - in modo più forte di ogni altro mezzo. Ciò è stato possibile anche perché orientamento e pertinenza d'azione sono legati in questo mondo ad un pensiero aistetico esteticamente formato. Poiché chiunque abbia un completa familiarità con la costituzione e i requisiti della pluralità è capace di comportarsi in modo appropriato in una situazione di reale pluralità; questa persona, infatti, non teme la pluralità ma è in grado di agire al suo interno. Perciò, l'aistetico, il pensiero cosciente-della-pluralità, inaugura gli assi di orientamento della contemporaneità70. E la sua ascesa, ancora una volta, non è il risultato della moda intellettuale ma l'espressione della costituzione normativa di una realtà divenuta plurale. 
Queste ultime osservazioni volevano chiarire che l'ispirazione estetica del pensiero postmoderno rimane in effetti quale fondamento aistetico di questo pensiero, e che ciò avviene a suo vantaggio. A vantaggio, cioè, del suo speciale potere di scoperta della realtà di oggi. La nascita della filosofia postmoderna dallo spirito dell'arte moderna non sembra essere dunque un fardello per questo pensiero ma costituisce, piuttosto, la sua ricchezza di risorse - e anche un piacere per molti di coloro che se ne occupano.


Wolfgang Welsch 
Università di Iena

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